venerdì 18 settembre 2009

Solidarietà

Oggi ho sentito gli amici della metalli preziosi che cercano di salvare il posto di lavoro. Noi della Esab siamo solidali con loro. In particolare, avendo vissuto una situazione simile, sono vicino agli amici lassù. Tenete duro ragazzi.

mercoledì 16 settembre 2009

Ritorno alla normalità

17 settembre, ore 7:00.
Finalmente una notte trascorsa su un letto vero.
Ho visto i miei genitori che sono venuti a trovarmi dalla sardegna il 3 settembre (sono salito sul tetto il 2) ho trascorso il pomeriggio con loro, finalmente. Ieri mi hanno chiamato perché devo tornare alla Esab per firmare (insieme a tutti i miei colleghi, l'accordo). Poi non so se ci tornerò più...

La decisione

Quindicesimo e ultimo giorno, ore 12:45.
L'assemblea ha deciso di firmare (52 voti a favore e 8 contrari). Non è un ottimo accordo, soprattutto per quanto riguarda il ricollocamento (da quell'orecchio l'azienda non ci sente). Abbiamo migliorato le condizioni d'uscita, sopratutto per chi verrà accompagniato alla pensione (integrazione fino al 90% dello stipendio), per gli altri 2 anni di cassa integrazione ed incentivo all'esodo di 24.000 euro per chi va in mobilità volontaria. Niente garanzie per quelli che vengono ricollocati presso la sede di Peschiera Borromeo. Bicchere mezzo pieno o mezzo vuoto?

L'ora della verità

Quindicesimo giorno, ore 9:30.
Eccoci qua, alla resa dei conti. Oggi dobbiamo decidere se firmare l'accordo o continuare la lotta. Sentendo i colleghi, i loro problemi, le loro paure, credo che con oggi si concluda la nostra protesta. Le nostre famiglie spingono per farci firmare, ci vogliono a casa... Alle 10 inizia l'assemblea, forse l'ultima.

martedì 15 settembre 2009

Zona cesarini

Quattordicesimo giorno, ore 13:00.
Siamo in dirittura d'arrivo. Alle 15:30 le parti si incontrano in comune e domani mattina il consiglio di fabbrica ci chiederà di votare. Giovedì, a Roma, ci sarà l'accordo o la rottura della trattativa. Su alcuni punti sono vicini, su altri c'è un abisso. Aspettiamo...

Assemblea

Quattordicesimo giorno (l'ultimo?), ore 11:00.
Giunge voce che stia arrivando il delegato sindacale per comunicarci l'esito della trattativa di ieri e per chiederci di votare. Speriamo bene...

lunedì 14 settembre 2009

Ma non finisce qua

Quattordicesimo giorno, ore 9:15.
Sono rimasti a Roma. La trattativa è lunga ma procede, buon segno. Anche Oggi silenzio stampa.

No new good new?

Tredicesimo giorno, ore 20:50.
Arriva un sms da Roma: sono ancora dentro. Prendiamo la cosa come un fatto positivo.

domenica 13 settembre 2009

Il giorno della verità

Tredicesimo giorno, ore 9:00.
Oggi alle 14 le parti si incontrano. Stasera la risposta.

Anche oggi è andata

Dodicesimo giorno, ore 22:00.
Giornata tranquilla, anche oggi è venuto Gigi. Intanto tuona...

Ancora in attesa

Dodicesimo giorno, ore 10:30.
In dogana si direbbe: nulla da dichiarare. L'unica novità è che arriva la torta di mele fatta dalla moglie di un collega del tetto. Buona... Oggi DVD e, forse, una partita a carte.

sabato 12 settembre 2009

Noia

Undicesimo giorno, ore 16:45.
La giornata scorre lenta, l'attesa è brutta. Nel frattempo inizia a tuonare, ci prepariamo a scollegare tutti gli apparecchi elettrici e chiudiamo alla bene e meglio il gazebo.

I primi temporali

Undicesimo giorno, ore 11:40.
Questa notte abbiamo avuto un pò di paura, non tanto per l'acqua ma quanto per i fulmini. Per fortuna non è piovuto tanto, le tende reggono.
Stamattina abbiamo visto un dvd, ora aspettiamo che ci portino le pizze. Rimane il silenzio stampa ed il divieto di ingresso per i "non addetti alla protesta".

venerdì 11 settembre 2009

Ahi ahi!

Decimo giorno, ore 20:50.
Tuoni e lampi, la cosa si mette male. Speriamo che le tende reggano....

Comunicato stampa 11/09/09

1) La Esab ha presentato una bozza di accordo che la delegazione sindacale considera assolutamente insoddisfacente e irricevibile su punti sostanziali e qualificanti.

a) Mancano impegni precisi da parte dell'azienda relativi al processo di reindustrializzazione e dei possibili sbocchi occupazionali e di ricollocazione dei lavoratori, da recepire nel tavolo di confronto con il Min. Dello Sviluppo Economico e tutte le ist. Locali definite nel verbale di intesa 3/8/09.

b) Certezza e garanzie delle prospettive occupazionali e logistiche dei lavoratori non coinvolti nel processo di ristrutturazione.

c) Insufficienza elementi di tutela del reddito dei lavoratori che usufruiranno degli ammortizzatori sociali.

2) La delegazione sindacale ha ribadito di essere disponibile a proseguire le trattative ad oltranza, fino alla convocazione ministeriale ed ha preso atto della grave affermazione fatta al tavolo dall'azienda che ha dichiarato che la bozza di accordo presentata rappresentava il limite del mandato ricevuto dalla proprietà, relativamente alla sede in cui si stava svolgendo l'incontro, rinviando al tavolo ministeriale eventuali variazioni.

3) La delegazione sindacale ha assunto la decisione di definire insieme ai lavoratori nell'assemblea odierna sia ulteriori iniziative di lotta sindacale che le condizioni per presentarsi all'incontro fissato al Ministero del Lavoro, convocato il 14 settembre alle ore 14:00 a Roma a partire dal giudizio di irreivibilità espresso sulla bozza di accordo presentata dall'azienda.

Milano 11.09.09

FlmUniti CUB - Fim Cisl - Fiom Cgil - RSA

Sorpresa!!!!!

Decimo giorno, ore 18:40.
Gigi è venuto a trovarci. E' stata proprio una bella sorpresa. Per un'attimo tutti si sono dimenticati del presidio, della cassa integrazione, della mobilità. Per un'attimo tutto questo non esisteva più, c'era solo Gigi, il nostro Gigi che oltrepassava il cancello, portandosi dietro tutti i colleghi. E' venuto sotto il tetto per salutarci. Sorrideva. Ha sentito la nostra vicinanza, era sempre informato, perfino dal personale dell'ospedale. Anche nelle sue condizioni i suoi pensieri erano dedicati a noi, alla nostra lotta. Ma anche noi non abbiamo smesso di pensare a lui. Gli comunicavano i nostri messaggi di augurio, Valentina gli stampava i post del blog e glieli portava. E' sempre stato con noi, è uno di noi!
Ci ha invitati ad andare a casa sua quando finisce tutto ma siccome siamo troppi, alcuni di noi si accomoderanno sul tetto. Ci chiediamo a chi toccherà ma forse sappiamo già a chi spetterà.
Proprio una bella giornata!

L'unione fa la forza

Decimo giorno, ore 12:00.
Ci portano i giornali. Vediamo che, dopo il nostro post sul blog, la stampa si è occupata anche delle operaie della ABM. Come abbiamo sempre detto, non siamo i soli a vivere una situazione difficile. Leggiamo su un giornale che l'azienda ci ha offerto 18 milioni di euro... Noi, pazzi, abbiamo rifiutato. A parte gli errori di stampa, sono uscite tante informazioni sbagliate e siamo stufi. Inoltre si parla sempre di soldi ma la nostra priorità non è quella, è la ricollocazione. Poi, un'adeguata buon'uscita è necessaria per tutti quelli che non possono essere sistemati.

L'assemblea

Decimo giorno, ore 10:30.
E' iniziata da mezzora l'assemblea dei lavoratori, in vista dell'incontro di lunedì prossimo a Roma. Poi ci faranno sapere. Ovviamente non scriveremo niente riguardo la trattativa. Oggi dovrebbe arrivare la tv svizzera. In noi cresce la convinzione che l'interesse dei media sia rivolto più su di noi che sul vero problema: la perdita dei posti di lavoro. Non siamo il grande fratello, la nostra è una protesta seria, per una causa importante. Siamo stufi di rispondere sempre alle stesse domande. Abbiamo chiesto che vengano ridotte le visite, magari ristrette in una fascia oraria, in modo da incontrare tutti insieme e non ripetere le stesse cose (che poi sono tutte sul blog). L'alternativa è non far salire più nessuno. Anche le istituzioni: sono venuti a trovarci in tanti ma (questa è la sensazione dal tetto) non si sono visti loro interventi (tranne qualche eccezione). Non vogliamo essere una vetrina!

giovedì 10 settembre 2009

Ancora niente

Nono giorno, ore 23:30.
Un'ora fa sono tornati i nostri colleghi del consiglio di fabbrica: l'azienda non si muove, non cambia la sua proposta. Ieri sono trapelate informazioni sulla trattativa, inoltre l'attenzione si sta concentrando su di noi invece che sul vero problema. D'ora in poi non rilasceremo nessuna dichiarazione se non è presente un delegato, le visite dei giornalisti saranno ridotte, tanto scriviamo tutto sul blog. Siamo stremati dall'attesa e dal caldo, andiamo a letto. Piove..... ci mancava solo questa!

All'ingrasso

Nono giorno, ore 16:30.
Dopo un assaggio di salsiccia e formaggio sardi arriva la pizza. Ci stanno mettendo all'ingrasso.... Sospettiamo che vogliano assicurarsi che non passiamo più dalla scala. Il pomeriggio trascorre lento.

Non siamo i soli (purtroppo)..

Nono giorno. Ore 15:45
Abbiamo ricevuto la visita delle ragazze della ABM di marcallo. Anche loro si trovano in difficoltà: sono in sciopero perché non le pagano. Noi lottiamo anche per loro e per tutti quelli che sono in difficoltà ma non hanno la nostra visibilità. Come gli operai della fonderia Colombo di . S. Giorgio Su Legnano.

Nell'attesa dell'incontro

Nono giorno, ore 15.
Poco prima dell'incontro tra sindacati ed azienda sono venuti a trovarci gli inviati di Repubblica, si informano sulle nostre condizioni e sul nostro blog. A quanto pare non siamo seguiti solo dai nostri amici. Si prospetta un'altro lungo pomeriggio di attesa. Via le pareti di plexiglass, ventilatore acceso, ci prepariamo ad un'altro pomeriggio torrido.

La visita

Nono giorno, ore 12:30.
Vengono a trovarci il sindaco di Mesero e l'ex presidente della provincia, Penati. Ci portano la loro solidarietà e ci invitano a non mollare.

E sono nove

Nono giorno, ore 11:20.
Notte umida, L'estate sta finendo e si sente. Oggi niente caffè. La situazione rischia di diventare "normale". Oggi ci portano il cortisone perché un collega è allergico alle punture di api a vespe e sul tetto è pieno.

mercoledì 9 settembre 2009

Tutto rinviato a domani

Ottavo giorno, 19:30.
I membri del consiglio di fabbrica tornano: la trattativa riprenderà domani alle 15, le parti si sono leggermente avvicinate ma la strada è ancora lunga. Probabilmente non si riuscirà a rispettare la scadenza del 14.

La visita

Ottavo giorno, ore 18:00.
E' venuta a trovarci una collega e ci ha portato una torta. Una piacevole chiacchierata per ammazzare il tempo. Dal fronte non arriva nessuna notizia.

Gigi a casa

Ottavo giorno, ore 14:00.
Hanno allestito una cucina all'interno della fabbrica, ora siamo "autosufficienti".
Ci hanno portato un'ottimo risotto al radicchio e del pesce.
Nel frattempo Valentina ci comunica che Gigi oggi torna a casa, abbiamo esultato come se la nostra squadra avesse fatto un goal. Non vediamo l'ora che tutto questo finisca per poter andare a trovare il nostro collega ed amico.

Brutte notizie

Ottavo giorno, ore 11:45.
Ci telefonano dal Comune (dove si svolge il vertice) e ci dicono che probabilmente non si risolverà neanche oggi perché le parti sono molto lontane.
Noi continuiamo a chiudere il gazebo e ci attiviamo per procurarci una stufa.

Freddo

Ottavo giorno, ore 11:15.
Fa un pò freddo, non giungono notizie "dal fronte", sistemiamo delle lastre di plexiglass e fogli di cartone per chiudere il gazebo.

martedì 8 settembre 2009

Ancora sotto assedio

Ottavo giorno, ore 8:30.
Ieri sera è venuta a trovarci Valentina e ci ha rassicurato sulle condizioni del papà. Siamo felici. Gigi è fuori pericolo, ha vinto la sua battaglia, ora tocca a noi.
Anche stamattina arrivano numerose le forze dell'ordine. Alle 10 è previsto il vertice sindacati-azienda per trovare l'intesa e siglare l'accordo. Il cielo è coperto, non promette niente di buono...
Stanotte ha fatto di nuovo freddo, iniziamo a preoccuparci per il maltempo.
Se anche oggi non si raggiunge un accordo dobbiamo adoperarci alla Mc Gyver per proteggerci da freddo e pioggia, noi non molliamo.
Nel frattempo abbiamo creato un gruppo su Facebook. http://www.facebook.com/group.php?gid=156712851071

Per ammazzare il tempo

Settimo giorno, ore 14:10.
Dopo la visita di Odeon TV, per far passare il tempo guardiamo il quarto episodio del "Capo dei capi", alcuni di noi prendono appunti... (ovviamente si scherza, siamo persone tranquille).

Rinvio riunione al Ministero

Settimo giorno, ore 14:00
Ci giunge una comunicazione ufficiale:

Oggetto: riunione tra Esab Saldatura s.p.a. e OO.SS, del 10 settembre 2009

Come anticipatoVi telefonicamente, in relazione al procastinarsi delle trattative tra ESAB Saldatura S.P.A. e le OO.SS, le parti congiuntamente richiedono il differimento della prossima riunione al 14 settembre 2009, ore 14:00.

Commozione

Settimo giorno, ore 12:45.
Valentina, la figlia del nostro collega colpito da malore ci scrive. Mentre leggiamo il suo intervento abbiamo tutti gli occhi lucidi, siamo commossi, emozionati. Per fortuna Gigi sta meglio, questo ci consola. Finalmente una bella notizia.
A Valentina chiediamo di tenerci costantemente informati e di far pervenire al suo papà il nostro sostegno ed il nostro ringraziamento per l'impegno profuso per la nostra causa.

Pranzo

Settimo giorno, ore 12:20
In attesa della pasta arrivano pane e formaggio, giusto per stuzzicare un pò l'appetito. Oggi c'è un bel venticello che rende meno afosa la giornata, speriamo che non significhi freddo di notte.

lunedì 7 settembre 2009

E sono sette

Settimo giorno, ore 9:00
Siamo tutti svegli e, mentre beviamo il caffè e ci gustiamo i biscotti che ci hanno appena portato. Ironia della sorte, c'è una televendita di materassi in cui si parla del buon sonno....
Per fortuna stanotte la temperatura era un pò più alta di quella precedente. Oggi proveremo a chiudere il gazebo per prepararci al freddo.
Ci siamo organizzati meglio anche per il presidio ai cancelli (altrettanto importante, anche se meno visibile, dell'occupazione del tetto) con 3 turni.

La conferma

Ore 19:30
I delegati sindacali di ritorno da Mesero confermano quanto detto prima. La lotta si fa dura. Siamo delusi ma non demoralizzati, siamo intenzionati a resistere e nei prossimi giorni ci organizzeremo per ripararci meglio dal freddo della sera. Meno male che tra poco arriva la pasta....

Niente di fatto

Ore 19:00
Delusione! Ci dicono che la trattativa non proseguirà ad oltranza ma viene aggiornata a mercoledì. Non a domani (martedì) ma tra due giorni. I dirigenti hanno inviato le nostre richieste in Inghilterra. Ma hanno usato i piccioni viaggiatori? Nel terzo millennio, nell'era dell'informazione e dell'informatica ci vogliono due giorni per recapitare un testo di una paginetta. E' dall'inizio della trattativa, a luglio, che fanno così. Prendono tempo, devono sempre chiedere agli inglesi. Si sono preparati per scaricare le responsabilità delle loro decisioni oltremanica.
Ora arrivano i delegati e ci spiegheranno com'è andata.

Intervista

Ore 16:00.
I giornalisti, stanchi di aspettare fuori dal Municipio senza ricevere informazioni riguardanti la trattativa e visto che, a quanto pare, la trattativa si protrarrà ancora a lungo (andrà avanti fino al raggiungimento dell'accordo), forse fino a notte fonda, sono venuti a trovarci sul tetto. Solite domande (d'altronde, se la situazione non è cambiata, cosa si può chiedere?) e solite risposte. Almeno è servito per spezzare la monotonia.

Il pranzo

Ore 13. Arriva sul tetto una pentola di pasta al sugo con la pancetta (giusto per stare leggeri), ci offrono anche delle salamelle ma rifiutiamo perché abbiamo fin troppo cibo, tanto che siamo noi ad offrire mezzo melone ai nostri colleghi che fanno il presidio davanti al cancello. Ci giungono notizie (non tanto confortanti) da Mesero: le parti sono ancora lontane. Si prospetta un lungo pomeriggio di attesa. Alle 14:30 vengono a trovarci un paio di colleghi, almeno vediamo facce "nuove". Sale la temperatura ma il gazebo, con sopra il telone, ci d° un pò di sollievo. Cerchiamo di far passare il tempo guardando la tv e chiacchierando. E' difficile parlare di altro: l'argomento principe è sempre lo stesso, intanto ci portano ancora dei ghiaccioli.... Almeno quello...
Intanto arriva una telefonata per uno di noi: la banca non paga la rata del mutuo a causa del ritardo del bonifico dello stipendio. Sarebbe il colmo: uno che vive su un tetto che rischia di diventare senza tetto. Ci ridiamo su ma la situazione non è proprio divertente.
Altra notte sul tetto, la quinta. Abbiamo patito un pò il freddo. Al mattino, come al solito ci hanno portato il caffè, le paste ed una torta alle mandorle ripiena di albicocche. Verso le 8:30 lo spazio davanti all'azienda si è riempito di forze dell'ordine. Abbiamo contato almeno 4 cellulari: 2 dei carabinieri e 2 della polizia, a momenti aspettiamo i marines e la gestapo. Siamo praticamente sotto assedio ed in municipio (dove dovrebbe svolgersi la trattativa), a Mesero, dalle voci che ci giungono, la situazione è la stessa: polizia e carabinieri dappertutto.
Per ora (ore 11) è tutto tranquillo. Ogni tanto arriva qualcuno a portarci qualcosa (ci hanno appena portato dei ghiaccioli). Sotto il gazebo c'è fresco, al sole si sta benissimo. Oltre che dalle forze dell'ordine eravamo assediati dai giornalisti, ora sono andati in comune; probabilmente si aspettano che succeda qualcosa. perfino l' immancabile l'inviata dell'Ansa ci ha abbandonati (non ci aveva lasciati un giorno, era qua anche nel fine settimana).
Un pensiero va a Luigi Crotti che oggi sarà operato al cuore a causa dell'infarto. Auguri Gigi, tieni duro, noi resistiamo anche per te...

domenica 6 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti

Ciao a tutti. Siamo gli operai dell'Esab che vivono, ormai da 5 giorni, sul tetto dell'azienda.
Abbiamo preso questa decisione in seguito all'ennesima presa in giro da parte degli amministratori. Per aiutare il lettore a capire la situazione e le nostre ragioni facciamo un breve riassunto.
Il giorno 10 giugno, la Charter (il fondo inglese che ha acquistato l'Esab), annuncia attraverso il suo sito che chiuderà 4 stabilimenti in Europa (due definitivamente e due temporaneamente). Noi chiediamo spiegazioni ai dirigenti della sede italiana che giurano di non sapere niente. Il 22 giugno, messi sotto pressione da noi che avevamo notato movimenti sospetti (alcune produzioni venivano fatte nei paesi dell'est ed arrivavano camion che invece di portare via materiale finito volevano caricare LE MATERIE PRIME), i dirigenti si riuniscono per cercare di capire come sia la situazione e ci danno appuntamento alle 14 per darci una risposta. Noi siamo tutti riuniti nel piazzale ad attendere quando arriva una telefonata al nostro delegato sindacale (seguita da un fax): l'azienda mette 85 persone in mobilità. Noi siamo lì a 10 metri da loro e la notizia la riceviamo via fax dai sindacati. Iniziano le forme di protesta: sciopero per l'intera giornata del 22 e 2 ore per reparto (in modo da coprire tutta la giornata) per bloccare l'uscita delle merci nei giorni successivi.
Questo tipo di protesta è andata avanti per tutto luglio ed agosto, con presidio permanente fuori dai cancelli. Nel frattempo sono state attivate tutte le istituzioni, indette assemblee aperte, con la partecipazione di operai di altre aziende nella nostra stessa situazione, forze politiche e sindacati. Abbiamo fatto una manifestazione per sensibilizzare le istituzioni e la popolazione di Mesero e dintorni.
Grazie all'interessamento di alcuni politici della zona abbiamo ottenuto un incontro a Roma presso il Ministero delle Attività Produttive. In quella sede, grazie alle pressioni del Governo, l'azienda ha cambiato la procedura di mobilità in CIS (Cassa iintegrazione speciale) per ristrutturazione, riservandosi però di firmare l'intesa in un secondo momento presso la Regione Lombardia.
Il 3 agosto, in Regione, cambiano le carte in tavola: la CIS non è più per ristrutturazione ma per cessata attività, lasciando intendere che avrebbero fatto di tutto per ricollocare il maggior numero di lavoratori e accompagnare nell'uscita gli altri (prepensionamento, per i più anziani e integrazione dello stipendio per quelli messi in CIS ed adeguata buona uscita per chi rinuncia alla cassa). Dopo una consultazione tra noi operai, messi con le spalle al muro, abbiamo dovuto accettare. Dopo la chiusura estiva (l'1 settembre), i dirigenti si rimangiano tutto offrendo 2 anni di CIS senza integrazione, a 750/800 euro al mese, (o integrazione prelevata dal nostro stesso tfr: "mi presti i soldi, così ti pago?") e buona uscita di sole 6 mensilità per chi decidesse di rinunciare ai 2 anni di CIS per andare subito in mobilità. Al Ché abbiamo deciso di invitare i nostri colleghi impiegati (non toccati, per ora, da questa procedura) a non entrare e di salire sul tetto della fabbrica.
Siamo saliti di istinto, senza niente, solo con i nostri vestiti, bandiere e striscioni. Poi abbiamo fatto una colletta per comprare un gazebo, ci siamo fatti portare sacchi a pelo e tende e ci siamo organizzati per resistere. I primi giorni sono stati duri: caldo afoso e pasti con panini. Poi, grazie ai nostri colleghi, al sindaco di Mesero e altri operai della zona, piano piano, la situazione è migliorata. Ora ci portano caffè e brioches la mattina ed un pasto caldo a pranzo e cena, ci hanno prestato una tv (grazie alla quale abbiamo potuto seguire la partita delli'Italia) ed abbiamo procurato un computer ed una chiavetta per connetterci.
Le giornate si susseguono tutte uguali, nell'attesa di sviluppi positivi. Il gazebo a stento ci contiene tutti e ci protegge un pò dal caldo e dal vento. La terza notte è stata davvero dura, c'era un vento fortissimo (abbiamo dovuto ancorare le tende, altrimenti ce le portava via) ed abbiamo patito un pò il freddo. Sembra di stare nel deserto: caldo afoso di giorno e freddo di notte ma noi resistiamo. La cosa triste è che nella nostra situazione ci sono migliaia di altre persone ma, se non sali su un tetto, non esisti, non importa a nessuno. Il nostro non è un tentativo di imitare gli operai della INNSE, che ammiriamo e ringraziamo per la solidarietà (sono venuti a trovarci e ci hanno lasciato una loro bandiera che esponiamo) ma è l'unico modo per essere presi in considerazione. Domani (lunedì) ci sarà l'ennesimo incontro tra il consiglio di fabbrica e la direzione. Noi siamo fiduciosi perché siamo decisi a non arrenderci finché non otteniamo ciò che chiediamo: tutela dei posti di lavoro ricollocando il maggior numero di lavoratori (anche presso l'eventuale futuro acquirente dell'area) ed accompagnare degnamente gli altri nell'uscita, senza ridurli alla fame. Soprattutto perché la Esab non chiude a causa della crisi o per fallimento ma solo per una speculazione. Infatti la motivazione è "la necessità" di distribuire dividendi agli azionisti e di vendere l'area sulla quale sorge lo stabilimento continuando la produzione nei paesi dell'est. Infatti, l'Esab è situata a poche centinaia di metri dal casello autostradale di Mesero ed è adiacente alla superstrada per la Malpensa (raggiungibile in 15 minuti), in piena area Expo.